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Adotta un designer

La crisi, nel settore della comunicazione, è reale e non solo una percezione politica o economica.

Fortunatamente l’ironia e la creatività di chi si occupa di comunicazione visiva, sta lanciando segnali, con l’ideazione di iniziative stimolanti e di impatto per sensibilizzare l’opinione pubblica, ma soprattutto le aziende timorose di investire nuovamente nella comunicazione.

Ho trovato un’altra di queste iniziative: un invito ad adottare un designer in questi tempi di crisi. Per ora sembra solo un’iniziativa provocatoria e goliardica, dato che è presente solo una fanpage su Facebook e una url con il “manifesto” dell’iniziativa…

In molti paesi italiani, centinaia di designers vengono sfruttati ingiustamente senza ricevere retribuzione alcuna.
Non è difficile togliere un designer da questa situazione di sfruttamento, offrirgli un contratto, una giusta ricompensa, riconoscergli il suo operato e dargli una sicurezza.
Acquisire una giusta consepevolezza di cosa sia il design e di cosa esso può offrire è il modo più efficace per farlo.
Scegli adesso un designer nel bisogno, donagli un futuro!

Aspettiamo curiosi nuove evoluzioni, se ci saranno…

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L’iniziativa, o almeno il nome scelto, non sono del tutto originali.
Già in passato è stato utilizzato lo stesso concetto con più concretezza.

Nel 2007, Design Focus ha elaborato un progetto, a cui partecipò anche la Provincia di Milano, chiamato appunto Adotta un designer, studiato per rafforzare le relazioni tra il mondo del design – in particolare i giovani designer che si formano nei corsi universitari e nelle scuole private – e le piccole imprese, spesso refrattarie a investire in quest’ambito.

Purtroppo non riesco a trovare altre informazioni se questo tipo di iniziativa ha avuto un esito positivo.

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Nel 2008 se ne occuparono anche i Catwalk Genius che con Adopt a Designer hanno trovato la formula vincente per aiutare moltissimi stilisti emergenti. Grazie all’iniziativa, è stato possibile far finanziare ai futuri acquirenti (supporters) le collezioni dei giovani stilisti. A disposizione di quest’ultimi, 70.000 euro divisi in 5000 quote da 14 euro ognuna.

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Magari ci fosse un ritorno al mecenatismo…

approfondimenti

Adotta un designer – adottaundesigner.happypork.net
Pagina su Facebook – www.facebook.com/pages/ADOTTA-ANCHE-TU-UN-DESIGNER

L’iniziativa di Design Focus, Osservatorio sul sistema del design lombardo – engineering.monster.it

Catwalk Genius, adotta un designer a distanza! – solostyle.it
Catwalk Genius – www.catwalkgenius.com

Art Director, Web Editor, New Media Consultant. Alleva sampietrini, coltiva gatti sul tetto di casa, e beve caffè solo per il gusto di fotografarlo. Ideatrice nonché direttore editoriale di Glypho e Tiragraffi, The Reservoir Blogs, CafeXperiment e Presidente dell'Associazione Culturale Sampietrino.

Comments

  • paolo beneforti
    17 Dicembre 2009

    per i designer ci vuole Malthus.

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  • bastet
    17 Dicembre 2009

    cioè???

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  • paolo beneforti
    17 Dicembre 2009

    quando sono troppi, sterminarli. ^^

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  • bastet
    17 Dicembre 2009

    occhio che qui ti innesco una bella polemica… 😉 … parliamo di veri comunicatori visivi o di chi, avendo un computer e photoshop, si crede un creativo senza averne le basi e le conoscenze?

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  • margotta
    17 Dicembre 2009

    inizio ad affilare gli artigli..

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  • bastet
    17 Dicembre 2009

    (ho il "tiragraffi" apposta ;)))

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  • Isola Virtuale
    17 Dicembre 2009

    Nelle aziende ci sono un sacco di nipoti designer che sopravviveranno alla crisi

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  • margotta
    17 Dicembre 2009

    i nipoti sono il male del mondo

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  • paolo beneforti
    17 Dicembre 2009

    i web designer sono superflui.

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  • margotta
    17 Dicembre 2009

    … gli artigli sono già fuori

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  • bastet
    17 Dicembre 2009

    @isola la frase "mio nipote me lo fa a 200 euro" ha ucciso il mercato… ~ @paolo qui non si tratta di WEB designer ma di designer globali… non esiste solo il web, accidenti!!! c’è un mondo lì fuori!!!

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  • margotta
    17 Dicembre 2009

    non è solo il "mio nipote lo fa a 200euro", ma anche il fatto che poi lo fanno fare davvero a lui. abbassando qualitativamente il tutto. invece di ragionare con "c’è crisi, investiamo il soldi bene" si fa "c’è crisi, prendiamo il primo pischello senza studi e altro e amen"

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  • Massimo Manca
    17 Dicembre 2009

    Ah, il web designer, quello che ti installa WordPress.

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  • margotta
    17 Dicembre 2009

    poi ci si lamente se le campagne non funzionano.

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  • margotta
    17 Dicembre 2009

    @massimo al limite è quello che ti fa i temi personalizzati. ma non fa solo quello.

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  • paolo beneforti
    17 Dicembre 2009

    stavo provocando. ^^ comunque il mercato è quello, fatevene una ragione.

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  • paolo beneforti
    17 Dicembre 2009

    stavo provocando. ^^ comunque il mercato è quello che è, fatevene una ragione.

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  • margotta
    17 Dicembre 2009

    @paolo col tuo discorso poteri dirti allora che l’italia è quello che è. fattene una ragione. io una ragione non me la faccio. nè per l’italia nè per il mercato.

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  • Andrea Nicosia
    17 Dicembre 2009

    E anche i copywriter non se la passano bene. Il "good enough" non è tutto rose e fiori 🙂 (noi ce la vediamo con "la mia segretaria è laureata in lettere")

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  • margotta
    17 Dicembre 2009

    come se una laurea in lettere assicurasse la conoscenza della grammatica e della logica italiana

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  • Tommaso Baldovino
    17 Dicembre 2009

    non c’è uscita, è necessario trovare il modo di emergere inventandosi idee… i siti come 99designs continuano a spuntare come funghi 🙂

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  • bastet
    17 Dicembre 2009

    infatti è su questo che dobbiamo puntare: avere nuove idee (del resto è il nostro mestiere)… niente disfattismo, pls! … anche se si sà che l’Italia è il regno del DIY (do it yourself), ognuno si fa le cose in casa, con i risultati che tutti abbiamo sotto agli occhi… vero @paolo? 😉 …

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  • bastet
    17 Dicembre 2009

    infatti è su questo che dobbiamo puntare: avere nuove idee (del resto è il nostro mestiere)… niente disfattismo, pls! … anche se si sà che l’Italia è il regno del DIY (do it yourself), ognuno si fa le cose in casa, con i risultati che tutti abbiamo sotto agli occhi… vero @paolo? 😉 … (cmq scusate, ho la febbre e non connetto bene…

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  • DanielSan
    17 Dicembre 2009

    Io ne ho adottato un team indiano. Prezzi bassissimi, qualità altissima, professionalità alle stelle…Purtroppo prima di lui ho cambiato ben 5 designer italiani, tutti molto bravi a parole, ma la professionalità non sanno minimamente dov’è di casa!

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  • bastet
    17 Dicembre 2009

    @DanielSan se mi fai un confronto designer italiani vs designer stranieri ci sto pure, qui si discute di designer vs nipoti… 🙂

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  • Andrea Nicosia
    17 Dicembre 2009

    @Tommaso: eh sì, siamo stati globalizzati. Spesso mi sono sentito rispondere "ma c’è chi me lo fa per 100$ (dollari!) su getafreelancer". E man mano che i clienti diventano più scafati su internet, si rivolgeranno sempre più a siti simili. E come dargli torto, se chi lo fa poi ha successo? Vedi: http://www.nytimes.com/external/readwriteweb/2009/12/13/13readwriteweb-content-farms-why-media-blogs–google-shoul-28061.html. Non dobbiamo puntare (solo) sulla qualità: quella ce la possono avere anche gli indiani che chiedono un decimo di quanto chiediamo noi. Dobbiamo inventare un nuovo servizio, essere più utili per i clienti.

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  • DanielSan
    17 Dicembre 2009

    @Nicosia prima di contattare un intero team di webdesigner indiani, ho lavorato e pagato profumatamente 25€/ora ben 5 italiani i quali oltre a fare i paraculi, alla fine mi facevano anche gli scocciati, tant’è che molto elegantemente li ho mandati a cagare. Secondo me gli italiani dovrebbero uscire dalla storielle e ma sai c’è la progettazione, lo studio, quello e quell’altro per far sembrare oro colato quello che ti vendono, che poi oro colato non è ed essere più puntuali e professionali con chi li paga.

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  • Isola Virtuale
    17 Dicembre 2009

    Certe volte sono dalla parte di Custer

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  • Andrea Nicosia
    17 Dicembre 2009

    @DanielSan: infatti io non dico che noi-italiani-siamo-meglio/vuoi-mettere-la-qualità/eccetera siano ragioni valide. Alla fine per il cliente è il risultato che conta. Non è detto che l’indiano che fa il lavoro per un decimo di quello che chiede l’italiano sia per forza di cose meno bravo. E’ però vero che l’italiano per vivere deve pagare prezzi italiani, non indiani. Penso che dobbiamo agire su due fronti. Uno è quello della qualità: farla riconoscere al cliente, far capire che è importante. Non per difenderci dall’indiano, ma dal nipote-da-200-euro-0-qualità. E anche per difenderci dall’agenzia me-la-tiro-e-spavento-il-cliente. E poi dobbiamo pensare a un servizio diverso, con maggiore valore aggiunto e anche con un prodotto diverso dal solo prodotto finito. Alcuni clienti si rivolgono a freelancer che fanno pagare testi molto meno di me. Bene, io mi sono riciclato come coordinatore, supervisore e strategist e di fatto coordino i freelancer.

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  • ancos
    17 Dicembre 2009

    Adotta un designer: spunti di riflessione interessanti per freelancer e agenzie http://is.gd/5r5yV

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  • Sid
    17 Dicembre 2009

    DanieleSan se hai trovato un team indiano coi controcoglioni tienitelo stretto, ma non arrivare ad altre conclusioni oltre quella; ci sono italiani che si fanno pagare meno degli indiani ma la vera concorrenza è quella dei cugini e degli amici delle mogli. Quello che serve è avere molta fantasia e non aver paura di fare buchi nell’acqua… ed un paio di buoni clienti fissi 🙂

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  • AAA Copywriter
    17 Dicembre 2009

    Se vuoi ti adotto, ma a te serve farti adottare da me? 🙂

    Alex

  • Valentina Cinelli
    17 Dicembre 2009

    Caro Alex, se devo essere sincera sì…
    … purtroppo sono una dei tanti designer freelance che stanno risentendo della crisi… :/

  • bastet
    4 Gennaio 2010

    Uno “spaccato” dell’Italia.

    designer-italia

    Poche settimane fa, in maniera goliardica, ironica abbiamo iniziato una campagna di sensibilizzazione contro lo sfruttamento dei designers ADOTTA ANCHE TU UN DESIGNER.

    Purtroppo questa iniziativa sta riscuotendo più affluenza e testimonianze del previsto sintomo  che ormai è un fenomeno abbastanza diffuso nel nostro bel paese. Proprio sulla diffusione vorrei soffermarmi e l’immagine qui in allegato conferma quello che molti sostenevano già da tempo.

    Cosa è quest’immagine? Semplice è la distribuzione geografica di affluenza al sito di ADOTTA ANCHE TU UN DESIGNER. Ovviamente non si tratta di dati indiscutibili :  sono stati effettuati su un campione di un migliaio di simpatizzanti alla campagna. Risulta evidente però, come l’affluenza al centro-nord sia consistente mentre al centro-sud flebile e addirittura in alcune zone assente.

    Vorremmo sottolineare che molti fattori possono aver contribuito a questo risultato, quindi non bisogna leggere l’immagine come verità assoluta, ma con curiosità e  soprattutto in maniera costruttiva.

    Per dirla alla manzoni, ai posteri l’ardua sentenza!

    [ via Happy Pork ]

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