Questo post avrebbe voluto avere come sottotitolo:
Ma in questo caso avrei già attivato una polemica prima di aver terminato la lettura del post.
Ho trovato una serie di esempi su quante volte è stata utilizzata la stilizzazione di note costruzioni architettoniche per la realizzazione del loro immagine coordinata: nello specifico del loro logo.
Come case history abbiamo ad esempio l’hotel Burj Al Arab, il Bird’s Nest (lo Stadio nazionale di Pechino), il Sydney Opera House, e l’Oriental Pearl Tower di Shanghai.
In questa bellissima raccolta possiamo vedere l’utilizzo della silhouette o l’enfatizzazione di alcune caratteristiche architettoniche.
Peccato solo che non ci siano i riferimenti dei rispettivi studi grafici (mi riprometto di effettuare una ricerca più approfondita in merito) perché aiuterebbe a sciogliere diversi interrogativi.
Adesso un piccolo indovinello: chi di voi mi sa dire cosa mi è venuto in mente?
Esatto.
E’ troppo facile fare il paragone con una realtà nostrana rappresentata dalla discussa prima versione del logo della Festa Internazionale del Cinema di Roma, realizzato da Renzo Piano.
Un architetto che si fa grafico, quando un grafico non oserebbe mai spacciarsi per architetto.
Ma perché all’estero questo connubio funziona sempre? Mentre da noi escono sempre lavori di comunicazione così approssimativi?
[ via CreativeRoots ]