Al Triennale Design Museum l’arte e la grafica nella comunicazione Eni
La mostra M15Y94 arts&apps, racconta come Eni per parlare al grande pubblico fin dal 1953 si sia confrontata con il mondo dell’arte e delle arti applicate, prima fra tutte la grafica. Lo spazio allestito è l’impluvium della Triennale di Milano, rivestito con il colore giallo, quello Eni, caratterizzato dal codice di stampa CO M15 Y94 KO (che dà il nome alla mostra) che fa da sfondo ai contenuti di comunicazione esposti.
In occasione della Quinta edizione del Triennale Design Museum TDM5, storia della grafica in Italia, la Triennale di Milano ospiterà, dal 1 giugno al 1 luglio 2012, la mostra sull’arte e la grafica nella comunicazione Eni, un percorso espositivo che sottolinea sia l’attenzione data al lavoro degli artisti, sia la storia e la riconoscibilità di un marchio, attraverso le diverse rivisitazioni nel corso del tempo. M15Y94 arts&apps, racconta come Eni per parlare al grande pubblico fin dal 1953 si sia confrontata con il mondo dell’arte e delle arti applicate, prima fra tutte la grafica.
Lo spazio allestito è l’impluvium della Triennale di Milano, interamente rivestito con il colore giallo, quello Eni, caratterizzato dal codice di stampa CO M15 Y94 KO (che dà il nome alla mostra) che fa da sfondo a tutti i contenuti di comunicazione esposti.
L’ingresso alla mostra avviene attraverso uno specchio che sfuma verso il giallo, un modo da un lato per riflettere l’immagine del visitatore che entra nell’universo Eni e dall’altro per rispecchiare e duplicare un oggetto particolare: una Fiat Multipla interamente decorata da Folon, che riprende la storica campagna pubblicitaria sul metano, richiamando l’attenzione dei visitatori e dando una piccola anteprima audiovisiva del mondo della comunicazione Eni. L’auto, dai toni pastello, e’ anche un salottino dove poter ammirare gli acquarelli trasformarsi in spot pubblicitari.
La mostra e i contenuti scaturiscono idealmente dalla parete di fondo e si confondono e mischiano nello spazio. Espositori che stilizzano il cane a sei zampe raccontano l’evoluzione del logo Eni, mentre sulle pareti, inclinate come un grande leggio del tempo, viene narrata la comunicazione Eni e la commistione con l’arte
All’interno della mostra si ripercorrono e ritrovano alcuni ricordi collettivi, che fanno parte di Eni e anche dello storico visivo di tutti: l’uomo con il cappello di Folon e la sua fiammella, il simpatico e distratto signor Rossi di Bozzetto, un impavido e giovane Dario Fo, ladro improvvisato, le brochure di Lorenzo Mattotti e molti altri, fino ad arrivare alle poetiche narrazioni di sabbia di Ilana Yahav e al dottor Bang, scienziato pazzo di Rugolo perennemente in competizione con ‘uno cane’. Lo spazio centrale, invece, viene occupato da un’ampia superficie dove sono raccolte in modo virtuale tutte le opere dei giovani artisti a cui Eni dal 2010 affida ogni momento della sua comunicazione, dalle brochure istituzionali alle campagne pubblicitarie. (www.enizyme.com)
Il tavolo e’ una simulazione di un maxi tablet in cui si racconta la storia della comunicazione Eni. Il piano e’ suddiviso in quattro postazioni autonome di lavoro, in ognuna e’ possibile sfogliare il lavoro dei giovani artisti che hanno collaborato con Eni negli ultimi due anni. Le opere audiovisive sono raccolte in uno spazio dedicato alle estremita’ della sala, in cui si possono visionare pubblicita’ e documentari Eni. Per spiegare il titolo piuttosto tecnico della mostra e’ stato anche ideato un racconto, un ”giallo del giallo”, che narra la storia di un’indagine e la scoperta del significato della misteriosa formula C0 M15 Y94 K0.