Nel corso della mia carriera mi sono spesso ritrovata nel ruolo di anello di congiunzione fra diverse realtà, come una persona spesso a cavallo fra varie situazioni, che si ritrova sempre a fare da interprete fra mondi solo apparentemente distanti e incompatibili, ma che parlano lo stesso linguaggio senza saperlo.
Quando mi sono ritrovata a fare da interprete fra la vecchia classe creativa (Art & Copy concentrati maggiormente sulla carta e il mainstream) e la nuova (dedicata quasi esclusivamente a Internet), mi sono scontrata per l’ennesima volta con la sordità delle due parti, e il dover spiegare nuovamente che il contenuto era identico, ma cambiavano solo gli strumenti e il modo di utilizzarli.
Da qui nacque l’esigenze di staccarmi dai quei due mondi, e di creare questo blog/magazine, per tentare di tradurre, spiegare, condividere questa (per me ovvia) realtà.
Il titolo originale è 5 cose che un giornalista moderno deve imparare, preso da un articolo illuminante pubblicato oggi da Giuseppe Granieri.
Mi sono permessa di parafrasarlo, sostituendo la parola giornalista con comunicatore, perché queste 5 regole, elencate nella sua lunga analisi, sono valide non solo per la professione di cui sopra, ma per tutti i professionisti che operano nel mondo della comunicazione. E dicono, in maniera più precisa ed esaustiva, quello che stavo cercando di comunicare in questi ultimi anni.
Di seguito il sunto dei 5 punti, con le frasi a mio avviso più significative.
- Grammatica del digitale
[…] il digitale semplicemente non funziona con le regole della stampa e dei mass media: ha le sue.
Dall’altro la comprensione di queste «nuove regole» non è ancora ben codificata nella nostra società.
Ma le regole del digitale vanno guardate con umiltà: non sono tecnicaglie per tipi strambi appassionati di computer. Sono, piuttosto, le regole con cui sta cominciando a funzionare la nostra cultura contemporanea. - L’ecosistema dell’informazione
È una diretta conseguenza del punto uno. Da sempre, nella storia, l’uomo cerca di usare i nuovi strumenti con l’esperienza accumulata e con le regole degli strumenti che aveva prima. Poi, con il tempo, si impara a «pensare i nuovi strumenti» con la loro nuova logica. La buona notizia è che iniziamo a rendercene conto. La cattiva è che sta accadendo tutto molto in fretta. - Le parti nuove del mestiere
«Nel mondo della stampa quello che contava molto era la capacità di scrivere bene. Nei media digitali la cosa più importante è essere visibili». E non vale solo per le unità di contenuto. Vale soprattutto per il giornalista, che deve «esserci» e saper usare bene la rete per costruire relazioni, per partecipare al grande gioco dell’informazione, per essere riconosciuto dai propri lettori. - Gli Strumenti
Vale la pena di ripescare la vecchia battuta: «Se il tuo unico strumento è un martello tutti i tuoi problemi assomiglieranno a chiodi da battere». Spesso anche solo conoscere uno strumento nuovo ci apre la possibilità di immaginare un modo più efficace per fare le cose. - Mentalità
L’errore più frequente è quello di disinteressarci al cambiamento, o di trascurarlo, o di considerarlo non importante.
Ma questo è un atteggiamento che di solito usiamo quando non capiamo qualcosa fino in fondo.
Detto questo, vi invito a leggere l’articolo originale, più articolato della sintesi che ne ho fatto io.
E magari a rifletterci insieme.
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