Qualcuno ha scritto del Proxima Nova come dell’Helvetica del web.
Da quando sulle pagine web è possibile visualizzare qualsiasi tipo di font (non solo quelli cosiddetti websafe, presenti di default su tutti i computer) è diventato il font preferito dei web designer.
Il Proxima Nova nasce però prima che cominciassero a diffondersi web font, ne fa una bella ricostruzione Cameron Moll su Medium.
Just had a lovely chat with @marksimonson about Proxima. I'm now very fond of the 'a' based on our discussion.
— Cameron Moll (@cameronmoll) April 20, 2015
Mark Simonson comincia a ragionarci agli inizi degli anni 90 e nel 1994, Visigota — una prima versione di quello che sarà il Proxima Nova — diventa “Sans Proxima” e viene rilasciata.
Nel 2002 esce il Gotham, e, come dice Simonson a Moll, aumenta la domanda di caratteri geometrici e di conseguenza aumenta la richieste di Proxima Sans, utilizzato quello stesso anno dalla rivista Rolling Stones.
Il Proxima Nova come lo conosciamo oggi esce nel 2005. Nel 2009 viene lanciato il servizio di font hosting Typekit e fin dall’inizio il Proxima Nova è uno dei font disponibili. Di lì a poco il Proxima Nova sarà ovunque.
Tough to argue an alternative to Proxima Nova. It works well on so many levels for interaction-rich UI design.
— Cameron Moll (@cameronmoll) April 15, 2015
Come Moll anche io sono stato subito attratto dal Proxima Nova. In quegli anni seguivo un progetto che si muoveva sia su carta che su web e il Proxima Nova era perfetto, semplice e versatile. Ne comprai subito i pesi base della versione normale e quella condensed (regular, italic, bold, bolditalic), il progetto è continuato per qualche anno e ho poi ampliato la famiglia che nel frattempo è diventata sempre più ampia. Oggi conta 144 caratteri.
Cameron Moll dedica poi l’ultima parte del post all lettera “a” uno degli elementi che danno più personalità al Proxima Nova.
[quote]In our conversation, as Mark describes Proxima Nova’s entire history, it becomes apparent that the ‘a’ is as integral to Proxima Nova as this typo is to a certain letterpress poster (scroll to the end). Like it or not, both are integral features for lack of a better word. Without these, the work is rendered even more banal than the aforementioned cries. That oft-quoted observation by Charles Eames serves as a reminder that without the ‘a’, Proxima Nova really isn’t Proxima Nova.[/quote]
Albertocchio
Mark Simonson… con una /emme