Si parla spesso della sessualizzazione infantile. In un documentario del National Geographic (NatGeo) intitolato “Innocenza perduta” si affronta il tema soprattutto riguardo le bambine, che fin da piccole (tra i sei e i sette anni di età) sono da messaggi in cui il tema centrale è costituito dal culto del corpo, dal sesso come centro dell’esistenza umana e dal corpo femminile come oggetto e merce sessuale.
I canali usati sono la televisione, i video musicali, i testi delle canzoni, le riviste, i film, i video giochi, il merchandising e la pubblicità indirizzati alle ragazzine. Dallo studio pubblicato nel febbraio 2007 dalla American Psychological Association dal titolo“Report of the APA Task Force on the Sexualization of Girls” si evince come troppo spesso le ragazze vengono incoraggiate a essere “sexy”, a imitare gesti e comportamenti senza avere sufficiente consapevolezza di cosa significhi, dei rischi e dei pericoli a cui si può andare incontro, come comeconseguenza della’ssunzione di atteggiamenti sessualizzanti e oggettivanti.
Contro corrente è andata questa giovane mamma, preoccupata delle aspettative che le figlie potessero avere confrontandosi con le bambole di ultima generazione (dalle Barbie alle Bratz) dove i corpi sinuosi, le proporzioni idealizzate, il trucco evidente e anche il tono della pelle influenzano notevolmente il modo in cui le ragazze si percepiscono.
Con il progetto Tree Change Dolls, a bambole iper-sessualizzate è stata data una seconda vita (e un secondo look) che ha riscosso maggior gradimento da parte delle bambine. Corpi, vestiti, volti in cui potersi immedesimare senza ansie e confronti.
Un piccolo, semplice progetto che porta a riflettere.
[youtube]https://youtu.be/lG-7e1vaB18[/youtube]
Davide Zamberlan
Anche se non è difficile trovarli col nome un link non ci sta male ^__^ https://www.facebook.com/treechangedolls
Redazione
Hai ragione, grazie! 🙂