Animal copyrights, il diritto d’autore a protezione delle specie in pericolo
Nel 2011 il fotografo David Slater andò in Indonesia per documentare alcuni esemplari di Cinoipteco (Macaca nigra): uno di loro, si impossessò della macchina fotografica e si scattò un “selfie”. Lo scatto fu pubblicato su Wikipedia nella sezione contenuti privi di copyright e divenne velocemente virale facendo il giro del mondo come “monkey’s selfie”. Ne nacque una disputa legale fra Slater e Wikipedia per la rivendicazione dei diritti, persa dal fotografo in quanto la foto non era stata scattata dall’uomo.
Spesso vengono utilizzate fotocamere o videocamere sugli animali per monitorarne l’habitat e le abitudini. Le foto riprese dal loro punto di vista sono difficilmente ottenibili con un intervento umano, prive dei condizionamenti visivi e culturali di quest’ultimo e di alto valore estetico.
A questo punto la domanda è sorta spontanea: quando è un animale a scattare (più o meno consciamente) una foto a chi appartiene il copyright? Secondo lo United States copyright office non è di nessuno, secondo il WWF, invece, è dell’animale.
È nata così l’iniziativa “Animal copyrights” a cura del WWF Spagna la quale ha pensato di attribuire il copyright a favore della tutela delle specie. Tutte le immagini ottenute dagli animali, oltre che essere utilizzate a scopo di studio, vengono lavorate e successivamente messe in vendita sul sito animalcopyrights.org, ospitato dalla piattaforma di Latinstock. Il ricavato delle vendite è così utilizzato per la salvaguardia delle specie in pericolo.
Per una volta il diritto d’autore mette tutti d’accordo.
Advertising Agency: Cheil, Madrid, Spain
Executive Creative Director: Breno Cotta
Copywriters: Cristina Alonso del Río, Isaac Maroto
Art Directors: Diego Rodriguez Fraile, José Venditti
Production Company: Jabuba Films
Maggio 2015
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Valentina
L’ultima puntata (forse) della storia del selfie del macaco https://www.ilpost.it/2018/04/29/selfie-macaco-peta/ via @ilpost