Se si vuole parlare seriamente di parità di genere, dobbiamo cercare di eliminare ogni forma di discriminazione.
Ecco perché la seconda fase della campagna di Pubblicità Progresso dedicata a questo tema è stata incentrata sulladisparità di stipendio tra uomo e donna che, secondo le statistiche*, arriva a raggiungere punte del 30% a seconda dei settori, mentre 1 donna su 4 abbandona il lavoro dopo il primo figlio.
[ Vedi la prima fase della campagna ]
Se la prima fase della campagna sollevava il problema della discriminazione sessuale, nella seconda fase viene denunciato un atteggiamento altrettanto discriminatorio riguardo al salario da parte di head hunter e datori di lavoro.
Sia lo spot che il video che la campagna stampa utilizzano una creatività brillante, semplice ed efficace per ricordare che bisogna dare al lavoro delle donne il suo giusto valore.
Lo spot è stato girato durante alcuni colloqui di lavoro, attraverso le telecamere nascoste tipiche di alcune inchieste televisive.
L’attrice coinvolta nel progetto si è presentata ai colloqui interpretando il ruolo di una donna e poi, accuratamente truccata, quello di un uomo.
Entrambi interessati alla posizione offerta, con lo stesso background di studi e di esperienze, ma di sesso diverso. Interrogati su formazione ed esperienza lavorativa pregressa i due candidati danno le stesse risposte.
Al momento di chiarire le aspettative economiche però, nonostante fossero la stessa persona e avessero proposto la medesima cifra, il selezionatore si è dichiarato disponibile ad accettare la richiesta di retribuzione del candidato uomo, trovando invece eccessiva la richiesta della donna.
Lo sguardo sorpreso e irritato della donna, che da solo vale l’intero film, sottolinea con rimarchevole evidenza l’ingiustizia che le donne subiscono frequentemente in ambito professionale.
Chiaro e diretto il messaggio finale: “Essere una donna è ancora un mestiere complicato. Diamogli il giusto valore”.
Nella campagna stampa, una donna tiene in mano una banconota da 10 euro, che riporta però la cifra 7.
Con un linguaggio creativo memorabile viene fatta rilevare la discriminazione salariale che le donne subiscono.
L’obiettivo è quello di sensibilizzare e ottenere la partecipazione attiva di tutti, in modo che la professionalità delle donne venga riconosciuta e valorizzata in termini di maggiore rispetto, stima e opportunità.
La seguente case history dà modo di comprendere quanto la campagna contribuisca ad una presa di coscienza delle attuali disparità di genere, grazie al riscontro di diversi protagonisti della società.
* FONTI
I dati relativi al gender pay gap sono stati tratti dalle seguenti statistiche:
Gender gap report 2015
Report gratuito realizzato dall’Osservatorio di JobPricing sulle differenze di genere nel mercato del lavoro in Italia.
Rapporto Almalaurea 2014
XVII Indagine 2014 sulla condizione occupazionale dei laureati, realizzata dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea con il sostegno del MIUR.