Figli bulli e cyber bulli: come riconoscerli e come comportarsi #SaferInternetDay #SID2017
Cosa deve fare un genitore quando scopre che il figlio è un bullo o un cyberbullo? Ne scrive Maura Manca, Psicoterapeuta e Presidente Osservatorio Nazionale Adolescenza, sulla pagina Fb “Una vita da social”
Di solito l’opinione pubblica e il sistema mediatico danno gran risalto alle storie di bullismo avvenute, cercando di creare un clima migliore alla prevenzione delle stesse e dedicano spazio alle sofferenze delle vittime e dei genitori dei ragazzi. Secondo Maura Manca, “è molto importante anche individuare precocemente i bulli riconoscendo i segnali, i comportamenti e i tratti di personalità per poter intervenire precocemente e con efficacia”, e soprattutto dare dei suggerimenti ai genitori per gestire queste situazioni delicate.
Di seguito, un decalogo che indica i segnali d’allarme da non ignorare e i comportamenti migliori da attuare (sulla pagina Facebook il testo completo):
1. Il ragazzo non riconosce la reale entità e gravità delle sue azioni, cerca sempre di minimizzare ciò che fa. Il genitore deve spiegargli la differenza tra gioco e prevaricazione e il concetto di limite.
2. I bulli non sono in grado di vedere anche il punto di vista dell’altro e di mettersi in discussione per analizzare i propri atteggiamenti e comportamenti. Per contrastarli efficacemente, il genitore NON deve mai fermarsi alle apparenze e ai racconti superficiali del figlio, ma andare oltre e scavare nel profondo della situazione per capire cosa c’è realmente sotto.
3. Il genitore non deve mai aver paura di vedere e di realizzare che il proprio figlio è un bullo. Non si deve attaccare la scuola o l’altro ragazzo tentando di colpevolizzare gli altri per i comportamenti del figlio.
4. Non si devono MAI giustificare i comportamenti aggressivi e violenti del figlio, ma nello stesso momento bisogna cercare di capire cosa gli manca, cosa lo spinge ad essere così cattivo nei confronti degli altri più deboli e di comprendere il suo stato emotivo. COMPRENDERE PERÒ NON SIGNIFICA GIUSTIFICARE, bisogna comunque intervenire e arginare questo tipo di comportamenti.
5. Non ragionare con le frasi del tipo “sono problemi tra ragazzi”, “devono cavarsela da soli” oppure che “se l’altro non è in grado di difendersi è un problema suo” o “la vita è fatta di più forti e di più deboli, è la selezione naturale”. Si spalleggiano solo questi comportamenti.
6. Non picchiateli e non comportatevi in maniera violenta con loro, non è un intervento educativo efficace, non hanno paura, la prendono maggiormente come sfida, la vivrebbero come un’ingiustizia creata da chi a detta loro “ha fatto la spia” e si accanirebbero molto di più di prima perché coverebbero rancore e rabbia.
7. I genitori dovrebbero controllare le loro azioni online, spiegare i rischi e le conseguenze dei loro comportamenti e prendere dei casi di cronaca facendogli vedere la rapidità della diffusione in rete, la facilità che si ha di comportarsi da leoni dietro uno schermo e i danni che tutto questo attiva nella vittima, fino al distruggergli la vita.
8. Bisogna essere fermi e diretti, rivolgersi a loro con tono autorevole e sanzionatorio stando molto ben fermi nella propria posizione di dissenso, ma non vanno svalutati come persona perché attiverebbe in loro solo ulteriore frustrazione.
9. Il bullo è in costante ricerca di un ruolo, di riconoscimento e approvazione, bisogna spogliarlo del ruolo che si è costruito nel corso del tempo anche grazie al rinforzo del gruppo dei sostenitori e degli aiutanti, che lo rende forte e sicuro.
10. Si devono rivedere degli aspetti educativi che sono venuti meno soprattutto in relazione al concetto di diversità e di rispetto del prossimo. Il senso dell’altro questi ragazzi non ce l’hanno e si deve ripartire dalle basi se si vuole veramente cambiare questo tipo di comportamenti e di atteggiamenti.