Per celebrare i 100 anni della nascita di Paul Rand è tornato da qualche mese, nelle librerie (fisiche e digitali), uno dei più influenti libri sul design: Thoughts on Design. Pubblicato la prima volta nel 1947, l’ultima edizione risaliva agli anni 70.
«It’s a manifesto, a call to arms and a ringing definition of what makes good design good», scrive Michael Bierut nella prefazione.
Paul Rand a 27 anni è già art director dell’agenzia di advertising William H. Weintraub & Co. Il suo approccio al design, lo stile modernista, l’uso integrato di immagini e testo nelle pubblicità influenzano molto uno dei copywriter dell’agenzia assunto qualche anno dopo l’arrivo di Rand, Bill Bernbach. Con l’agenzia che fonda in seguito, la DDB, Bernbach rivoluziona l’advertising facendo dialogare proprio testo e immagini, mettendo nella stessa stanza art director e copywriter (fino ad allora separati).
Rand matura e scrive i suoi pensieri a 33 anni, senza aver ancora realizzato alcuni dei suoi lavori più famosi, come il marchio della IBM o quello della ABC.
Parla di significato, di simboli, di rilevanza:
[quote]Comunicazioni visive di qualsiasi tipo, che siano persuasive o informative, dai cartelloni pubblicitari all’annuncio di nascita, dovrebbero essere visti come l’incarnazione di forma e funzione: L’integrazione del bello e dell’utile.[/quote]
In uno delle sue riflessioni all’inizio del libro, The Designer’s Problem, scrive sul ruolo del designer:
[quote]Il designer, di regola, non inizia con qualche idea preconcetta. Piuttosto, questa idea è (o dovrebbe essere) il risultato di un attento studio e di osservazione, e il design di un prodotto di questa idea. Per ottenere una soluzione efficace al suo problema, il designer deve necessariamente passare attraverso una sorta di processo mentale. Consapevolmente o no, analizza, interpreta, formula. È a conoscenza degli sviluppi scientifici e tecnologici nel proprio campo e in quelli affini. Improvvisa, inventa, o scopre nuove tecniche e combinazioni. Coordina e integra il suo materiale in modo che possa riformulare il suo problema in termini di idea, segni, simboli, immagini. Unifica, semplifica ed elimina il superfluo. […] Intensifica e rafforza il suo simbolo con accessori appropriati per raggiungere chiarezza e interesse. Attinge dall’istinto e dall’intuizione. Considera lo spettatore, i suoi sentimenti e le sue predilezioni.[/quote]
Della sua idea di design e della sua funzione:
[quote]Is not good design if it is irrilevant.[/quote]
Rand in tutto il libro bilancia perfettamente passione e praticità, idealismo e realismo.
Scrive ancora Bierut a chiusura della prefazione: «Nearly 70 years after its original publication, it remains, for me, the best book ever written about graphic design».