Stereotipi di genere in advertising: e se ci fossero gli uomini nelle pubblicità sessiste?
L’advertising nell’ultimo decennio, e anche prima, ha avuto una deriva sessista di cui abbiamo spesso parlato. E’ dei giorni scorsi la petizione, lanciata dall’Art Directors Club Italiano, per fermare la pubblicità sessista in Italia.
Tre studenti dell’Università di Saskatchewan, Canada, Sarah Zelinski, Kayla Hatzel e Dylan Lambi-Raine hanno realizzato uno studio sugli stereotipi di cui è piena la pubblicità, trasformato in un video pubblicato su YouTube, e che ha superato le 800.000 visualizzazioni da inizio aprile.
Il video elenca una selezione di campagne, più o meno recenti, in cui le donne sono relegate al ruolo di oggetti di piacere per gli uomini. “Questi standard di bellezza evidenziate influiscono su come uomini e donne percepiscono il corpo femminile: tra il 2000 e il 2009 c’è stato un aumento del 36% nelle operazioni di aumento del seno.”
Ma anche che gli uomini sono vittime di stereotipi. Spesso sentono il dovere di rafforzare un modello potente, dominante e aggressivo, un irraggiungibile hypermasculinisation che ha portato a un forte aumento dei casi di depressione.
In entrambi in casi, sia uomini e donne che subiscono l’effetto di questa comunicazione distorta e che, secondo lo studio, contribuisce a promuovere la violenza sessuale e soprattutto domestica, con numeri impressionanti dei casi stupro e femminicidio in Canada.
“I media hanno un ruolo importante nel modo in cui noi vediamo gli altri e noi stessi”, evidenziano i tre studenti.
La seconda parte del video spezza la drammaticità dei dati e ironizza su l’aspetto che avrebbero alcune campagne se, al posto di statuarie modelle o remissive casalinghe ci fossero uomini, cone le stesso pose languide o in situazioni identiche. Unos cambio di ruoli che mostra, più di tanti trattai e parole sull’argomento, quanto siano assurde e innaturali certe situazioni in cui la figura femminile viene troppo spesso relegata e descritta.
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